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Concerto: Piccola Messa Solenne

cover rett ita

 

L’Istituto Italiano di Cultura di Rabat

Il Teatro Mohammed V di Rabat

hanno il piacere di invitare alla proiezione della registrazione del Concerto

 

Petite Messe Solennelle

di Gioachino Rossini

 

Concerto per soli coro misto, pianoforte e armonium, eseguito dal Coro del Teatro Petruzzelli di Bari diretto dal Maestro Fabrizio Cassi, con Michela Guarrera – Soprano, Cecilia Molinari – Mezzosoprano, Riccardo Della Sciucca – Tenore, Matthias Winckhler – Basso.

Il Concerto Petite Messe Solennelle di Gioachino Rossini è stato prodotto e realizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Rabat e dalla Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari

A seguire

Concerto PRESENZIALE dell’Ensemble Rhoum El Bakkali Hadra Chefchaounia

L’Ensemble musicale femminile di Rhoum EL BAKKALI, prima chiamato Akhawate El Fane Assil, è stato fondato nel marzo 2004 da lei stessa, artista donna, che dopo aver ottenuto il suo primo premio in solfeggio e il premio onorario di musica andalusa, ha deciso di preservare questo antico patrimonio del Sufismo l’Hadra Chefchaounia e perpetuarlo creando una scuola per insegnare le tecniche di quest’arte ciò in modo da favorirne la diffusione sia a livello nazionale sia a livello internazionale.

Venerdì 3 dicembre 2021_ ore 19:00

Teatro Mohammed V

Rabat

 

MUSICA SACRA O SACRILEGA? L’ULTIMO PECCATO MORTALE DI ROSSINI

di Lorenzo Mattei

«Petite messe solennelle, a quattro parti, con accompagnamento di [due] piano e di harmonium. Composta per la mia villeggiatura di Passy. Dodici cantanti di tre sessi, uomini, donne e castrati, saranno sufficienti per la sua esecuzione. Cioè otto per il coro, quattro per i solisti, in totale dodici cherubini: Dio mi perdoni l’accostamento che segue: dodici sono anche gli apostoli nel celebre affresco di Leonardo detto La Cena, chi lo crederebbe! Fra i tuoi discepoli ce ne sono alcuni che prendono delle note false! Signore, rassicurati, prometto che non ci saranno Giuda alla mia Cena e che i miei canteranno in modo corretto e con amore le tue lodi e questa piccola composizione che è, ahimé, l’ultimo peccato mortale della mia vecchiaia. Buon Dio, eccola terminata questa povera Messa. Ho fatto della musica sacra o della musica sacrilega? Ero nato per l’opera buffa, lo sai bene! Poca scienza, un po’ di cuore, tutto qui. Sia Tu dunque benedetto e concedimi il Paradiso.»

Composta nel corso del 1863 la Petite messe solennelle ebbe una prima esecuzione in forma privata a Parigi in una sala del palazzo del conte Pillet-Will il 13 marzo 1864 (è lì verrà replicata il 24 aprile 1865), alla presenza di Meyerbeer, Thomas e Auber che aveva preparato i coristi scegliendoli tra i migliori allievi del Conservatorio. Celebri i nomi dei quattro solisti: Carlotta e Barbara Marchisio, il tenore Italo Gardoni e il basso Luigi Agnesi. Nell’accostamento ossimorico petite/solennelle è racchiusa una chiave di lettura per interpretare ciò che Rossini ha definito «l’ultimo peccato mortale della mia vecchiaia». Gli aggettivi contrastanti abbinati alla Messe fanno riferimento sia all’intonazione completa dell’ordinarium (dunque messa per la liturgia ‘solenne’) sia alla rarefazione cameristica del suo organico – dodici voci, due pianoforti e un harmonium – che la rende ‘piccola’ a confronto delle precedenti opere sacre rossiniane: la Messa di Gloria e lo Stabat Mater; ma al tempo stesso essi rimandano al dualismo sotteso alle scelte compositive, irrimediabilmente divise tra l’adozione degli stilemi teatrali e concertanti da un lato e dall’altro l’uso di severi fugati, di canoni o di arcaismi tesi al recupero della scrittura di Palestrina, modello supremo per un’autentica musica ‘religiosa’. La consueta ironia di Rossini – espressa nel sottotitolo e nella dedica in chiusura (sopra tradotti dall’originale francese) – in) – in questo caso sembra infatti un espediente per ricondurre ad un manzoniano ‘tono medio’ un’opera altrimenti troppo ispirata e sofferta, avveniristica nel linguaggio e quasi eccessiva nel riflettere l’intimità del suo creatore che pur scherzandoci sopra, era conscio di scrivere il proprio testamento spirituale. Il disincanto, il distacco autoironico, il sarcasmo a tratti cinico degli altri ‘peccati di vecchiaia’ paiono qui tacitati per lasciare spazio ad una profonda meditazione sulla morte, sulla sofferenza, sulla resurrezione, sull’idea di Dio. Non è un caso che l’aspirazione ultima del compositore fosse quella di vedere il suo lavoro eseguito in «qualche grande basilica» magari con il placet del Pontefice, al quale scrisse una lettera nella primavera del 1866 senza raggiungere l’esito auspicato: il canto delle donne restava interdetto nei luoghi sacri come pure l’uso di uno strumento profano quale il pianoforte. Neppure la veste orchestrale confezionata dall’autore nel 1867 permise alla Messe di approdare ad una esecuzione chiesastica; da quel momento in poi Rossini non consentirà alcun tipo di divulgazione della sua ultima composizione, che nella versione orchestrata risuonerà postuma al Théâtre Impérial Italien il 24 febbraio 1869. In una lettera del 23 marzo 1866 indirizzata a Luigi Ferrucci – bibliotecario della Laurenziana di Firenze e mediatore tra il compositore e papa Pio IX – Rossini definiva senza aggettivo diminutivo la sua «messa solenne» e, pur affermando di esitare molto «malgrado le sollecitudini dei sapienti ed ignoranti ad istrumentarla», riteneva comunque «provvisorio» l’accompagnamento dei pianoforti e dell’harmonium: dunque quel geniale impasto timbrico tra l’organetto della chiesa di paese e lo strumento principe del romanticismo rappresenterebbe solo uno stadio intermedio nel processo compositivo? Il sound particolarissimo delle tre tastiere, che ha fatto accostare questa partitura alle rarefazioni delle avanguardie novecentesche (dello Stravinskij ‘camerista’ in primis) sarebbe solo frutto delle contingenze materiali dalla prima esecuzione? Se ciò fosse vero (ma non lo sapremo mai fino in fondo) avremmo una riconferma del credo poetico rossiniano, della sua visione di una musica «tutta ideale» la cui potenza risiede per prima cosa «nel ritmo».

 

IL TEATRO PETRUZZELLI

Il Teatro Petruzzelli è un elemento centrale per la storia artistica, sociale e di costume della città di Bari.

Nel cuore della notte tra il 26 ed il 27 ottobre 1991, dopo l’ultima recita della Norma di Vincenzo Bellini, un incendio doloso distrusse il Politeama.

La ricostruzione integrale ha avuto inizio nella seconda metà del 2006 e si è conclusa nel 2008, rispettando il disposto ministeriale del “dove era, com’era”.

In base infatti alla chiara indicazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per ricreare l’originaria atmosfera si doveva valorizzare ciò che era sopravvissuto e riprodurre con l’aggiunta delle dovute innovazioni tecnologiche ciò che era andato distrutto.

Il progetto originario fu realizzato nel 1887 dall’ing. Cicciomessere e solo nel 1897 si pose la prima pietra.

L’inaugurazione avvenne il 14 febbraio 1903 con la rappresentazione de Gli Ugonotti di Giacomo Meyerbeer.

Il Petruzzelli è da considerarsi una via di mezzo tra il teatro all’italiana e quello alla francese da cui ha preso le gallerie, la cupola semisferica e la ricchezza degli spazi.

Un tempo il Teatro Petruzzelli era in grado di ospitare 3.200 spettatori, oggi nel rispetto delle norme di sicurezza sono disponibili 1.480 posti.

Dopo diciott’anni nell’ottobre del 2009 il Politeama attualmente gestito dalla Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari, ha riaperto al pubblico con un concerto dedicato alla Sinfonia n. 9 di Ludwig van Beethoven.

 

LA FONDAZIONE TEATRO PETRUZZELLI

La Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari è il quattordicesimo ente lirico italiano, costituito con legge dello Stato n. 310 dell’11 novembre 2003.

La sua nascita rappresenta un evento di importanza straordinaria non solo per la città di Bari, ma per l’intero Sud Italia, in considerazione delle funzioni culturali, formative e sociali attribuite alle Fondazioni liriche nell’ambito dell’attività musicale.

Questo traguardo segna l’inizio di una nuova fase di lavoro per il capoluogo pugliese, provato per lungo tempo dalla indisponibilità del Teatro Petruzzelli, distrutto nell’ottobre del 1991 da un incendio.

La programmazione dell’ente lirico barese, caratterizzata dalla ricerca di un virtuoso equilibrio tra innovazione e tradizione e dalla volontà di aprirsi verso la contemporaneità, percorre i molteplici sentieri della scena artistica.

Minimo comune denominatore dei cartelloni, sono la coerenza e l’omogeneità delle linee progettuali e delle scelte operate, tese a salvaguardare e a migliorare costantemente la qualità delle produzioni in cui, accanto ai grandi nomi, sono presenti anche giovani talenti.

 

ORCHESTRA DEL TEATRO PETRUZZELLI

L’Orchestra del Teatro Petruzzelli fin dal suo debutto ha riscosso interesse e apprezzamento da parte del pubblico e della critica.

Nel 2013 è stata invitata dal “Festival dei Due Mondi” di Spoleto, diretta da Ivor Bolton, ne “Il matrimonio segreto” di Domenico Cimarosa.

Nel 2014, in occasione del conferimento del “Leone d’Oro” alla carriera a Steve Reich, l’Orchestra del Teatro Petruzzelli, diretta da Jonathan Stokhammer, ha partecipato con successo al “Festival internazionale di musica contemporanea della Biennale di Venezia” nell’esecuzione di musiche del compositore.

Nel 2018 in un lungo tour tenuto in Giappone ha eseguito Il trovatore di Giuseppe Verdi e Turandot di Giacomo Puccini nella prima grande tournée all’estero del Teatro pugliese, esibendosi nelle principali città del Giappone e registrando il sold out in tutte le date programmate. Nel 2022 gli organici del Petruzzelli torneranno in tournée nuovamente in Giappone.

Nel 2019, alla 45ma edizione del Festival della Valle d’Itria, è stata impegnata nella esecuzione di “Ecuba” di Nicola Antonio Manfroce, per la regia di Pier Luigi Pizzi, nella versione integrale dell’opera.

I Professori d’Orchestra del Teatro Petruzzelli affrontano abitualmente, oltre ai programmi operistici e sinfonici, composizioni cameristiche e ruoli solistici.

Dal 2016 il maestro Giampaolo Bisanti è Direttore stabile dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli.

 

CORO DEL TEATRO PETRUZZELLI

Il Coro del Teatro Petruzzelli riscuote unanime consenso di pubblico e di critica, interpretando programmi operistici e sinfonici nonché parti solistiche nelle produzioni della Fondazione.

Il Maestro del Coro del Teatro è Fabrizio Cassi.

Fra i titoli interpretati si segnalano “L’olandese volante” di Richard Wagner, “Un ballo in maschera” e “Aida” di Giuseppe Verdi, “Evgenij Onegin” di Pëtr Il’ič Čajkovskij, “Carmina Burana” di Carl Orff, “Messa da Requiem” di Giuseppe Verdi, il “Requiem” di Wolfgang Amadeus Mozart, la “Sinfonia n. 2” di Gustav Mahler, i “Chichester Psalms” di Leonard Bernstein.

Il Coro del Teatro Petruzzelli è stato diretto, assieme all’Orchestra del Teatro, dal Maestro Riccardo Muti nel Concerto “Le Vie dell’Amicizia”, organizzato in occasione del Ravenna Festival.

Nel 2018 l’Orchestra ed il Coro del Petruzzelli, con il Direttore stabile Giampaolo Bisanti ed il Maestro del Coro Fabrizio Cassi hanno rappresentato “Il trovatore” di Giuseppe Verdi e “Turandot” di Giacomo Puccini nella prima grande tournée all’estero del Teatro pugliese, esibendosi nelle principali città del Giappone e registrando il sold out in tutte le date programmate.

 

FABRIZIO CASSI Maestro del Coro

Nato a Busseto, è diplomato in Organo e Pianoforte al Conservatorio di Piacenza, dove ha inoltre conseguito un Diploma di merito con il massimo dei voti in Composizione principale.

Ha poi approfondito gli studi di Composizione e Direzione d’Orchestra prima al Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma e poi per la sola Direzione d’Orchestra all’Accademia Filarmonica di Bologna.

Ha collaborato con la Fondazione “A. Toscanini” di Parma, come Maestro accompagnatore, nelle produzioni di Aida e La traviata, per la regia di Franco Zeffirelli e per la direzione di Plácido Domingo, nonché di Rigoletto per la regia di Vittorio Sgarbi e la direzione di Keri-Lynn Wilson.

Nel ruolo di Maestro del Coro attualmente collabora con la Cooperativa Artisti del Coro di Parma, Il Coro Lirico Lombardo e la Corale “Rossini” di Modena.

Dal 2006 è Maestro della Corale “Verdi” di Parma.

Nell’ottobre del 2001 e nel gennaio del 2002 ha diretto l’orchestra sinfonica “A. Toscanini” per i concerti d’inaugurazione del restaurato organo di Giuseppe Verdi a Roncole di Busseto.

A marzo 2015 è stato Maestro del Coro al Teatro Verdi di Pisa in Macbeth di Verdi per la regia di Dario Argento.

Molto attivo nella sua città natale, dal 1991 al 2003 è stato Segretario organizzativo del Concorso Internazionale “Voci Verdiane”.

Ha inoltre ricoperto l’incarico di altro Maestro del Coro al Teatro Regio di Parma e dal 2011 è Direttore Eventi Lirico – Musicali del Comune di Busseto, incarico con il quale ha partecipato al Comitato Nazionale del Bicentenario Verdiano nominato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Ha inoltre al suo attivo diverse registrazioni televisive e radiofoniche in qualità di organista, pianista e Direttore d’orchestra.

Da settembre 2016 è Maestro del Coro della Fondazione Teatro Petruzzelli di Bari.

 

MICHELA GUARRERA Soprano

Laureata con lode al Conservatorio di “Santa Cecilia” di Roma, ha inoltre partecipato alle Masterclass di perfezionamento con Theodossiou, Spagnoli, Vargas, Grigolo, Devia e Casolla.

È stata vincitrice del Premio speciale al VI Concorso internazionale “F.P. Tosti” nonché del III premio al V concorso “Jole De Maria”.

Nel 2016 ha debuttato nell’opera contemporanea “Rest in picture” di L. Incerti andata in scena al Teatro Eliseo di Roma e con il ruolo di Fiordiligi nell’opera “Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart” al Teatro Due di Roma.

Il suo ricco repertorio include pagine di musica sacra di Bach, Händel e Pergolesi che ha eseguito nelle maggiori basiliche di Roma e l’oratorio del Gonfalone.

È stata Anna Magdalena nella produzione di “Bach Haus” di Michele dall’Ongaro a Rieti nell’ambito del Reate Festival 2017, pubblicato poi in dvd da Ema Vinci Records.

È stata cover di Eleno dalla serenata di “Enea in Caonia” di A. Hasse nel work-experience barocco diretto dal celebre mezzosoprano VivicaGenaux ed è stata ospite del Festival barocco “Alessandro Stradella” di Viterbo.

Per il Reate Festival 2018/19 ha interpretato Melanto ne “Il ritorno di Ulisse in patria” di Claudio Monteverdi al Teatro Torlonia di Roma e al Teatro F. Vespasiano di Rieti, è stata Ipomene ne “L’empio punito” di Alessandro Melani e Musetta ne “La bohème” di Puccini alla Jeunessesmusicales di Weikersheim in Germania.

Nella scorsa Stagione ha debuttato Madama Cortese ne “Il Viaggio a Reims” per il Rossini Opera Festival 2020.

 

CECILIA MOLINARI Mezzosoprano

Considerata uno dei più talentuosi mezzosoprani della sua generazione è vincitrice di numerosi premi, tra cui l’International Bel Canto Prize “Rossini in Wildbad” e il Premio speciale “Pavarotti Giovani” al Concorso Internazionale “Viotti” di Vercelli.

Nel 2015 ha debuttato ne “Il turco in Italia” al Teatro Comunale di Ferrara ed ha in seguito frequentato l’Accademia Rossiniana di Pesaro con Alberto Zedda, debuttando al Rossini Opera Festival ne “Il viaggio a Reims”.

Sono seguiti “Il Barbiere di Siviglia” sempre al Rossini Opera Festival diretto da Alberto Zedda ed una nuova produzione de “Il turco in Italia”.

Tra gli impegni recenti si segnalano: “Falstaff all’Opera” de La Coruña, “Adelson e Salvini” di Bellini al Pergolesi di Jesi, “Il Barbiere di Siviglia” al Verdi di Trieste, “Il turco in Italia” alla Bergen Nasjonale Opera, “Il viaggio a Reims” al Teatro dell’Opera di Roma e “Le siège de Corinthe” al ROF di Pesaro; “La Cenerentola” firmata Opera Lombardia nei Teatri di Brescia, Cremona, Pavia, Bergamo e Como, “L’occasione fa il ladro” alla Royal Opera House di Muscat in Oman con il Rossini Opera Festival di Pesaro, “Il Barbiere di Siviglia” al Verdi di Sassari, “La morte di Orfeo” di Landi alla De Nationale Opera di Amsterdam, “La clemenza di Tito” all’Opera Ballet Vlaanderen di Anversa, “Tancredi” al Teatro Petruzzelli di Bari, “Così fan tutte” in tour nel circuito dei Teatri delle Marche.

Ha poi debuttato al National Centre for the Performing Arts di Beijing nel rossiniano “Barbiere di Siviglia”, titolo che ha interpretato successivamente al Comunale di Bologna, “La clemenza di Tito” all’OpéraRoyal de Wallonie a Liegi; è poi ritornata al Rossini Opera Festival nel “Demetrio e Polibio”di Gioachino Rossini cui sono seguiti due debutti, al Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia ne “Le nozze di Figaro” e al Teatro Bol’šoj di Mosca ne “Il viaggio a Reims”.

Ella ha poi fatto ritorno alla De Nationale Opera di Amsterdam ne “La Cenerentola”.

A gennaio 2020 ha debuttato nel ruolo di Maffio Orsini in “Lucrezia Borgia” al Teatro Verdi di Trieste e tra gli impegni futuri si segnalano il ritorno al Teatro Bol’šoj ne “Il viaggio a Reims” e al Comunale di Bologna in una nuova produzione di “Lucrezia Borgia”.

Intensa anche l’attività concertistica nella quale ha prevalentemente cantato da solista.

Si evidenziano tra gli altri impegni la “Petite Messe solennelle” di Rossini al Festival “Terras Sem Sombras”, all’Auditorio Nacional de Mùsica di Madrid e alla Fenice di Venezia, lo “Stabat Mater” di Pergolesi al Ravello Festival e lo “Stabat Mater” di Rossini al Gran Teatro Nacional di Lima, il “Requiem” di Mozart all’Opera Ballet Vlaanderen di Anversa, “La Damoiselleélue” di Debussy al Teatro Petruzzelli di Bari.

Attiva anche in ambito discografico, ha registrato per Naxos cinque Péchés de vieillesse di Rossini per il progetto di registrazione dell’opera integrale a cura di A. Marangoni.

Ha partecipato al Perpetual Music Concert a sostegno degli artisti colpiti dalla pandemia da Covid-19, sponsorizzato da Rolex, in diretta streaming mondiale.

È stato pubblicato in DVD/Blu-Ray per Naxos la nuova produzione de “La Morte di Orfeo” di Landi firmata da Pierre Audi, cui ha preso parte con grande riconoscimento e già andata in scena al De Nationale Opera di Amsterdam due anni fa.

 

RICCARDO DELLA SCIUCCA Tenore

Nato ad Atri, ha mosso i primi passi nella Schola Cantorum “G. D’onofrio”, Cappella musicale della Cattedrale della sua Città.

Ha poi intrapreso lo studio del Canto lirico con il soprano Daniela Schillaci, proseguendo poi con Romano Emili e Luciano Ganci.

Agli studi musicali ha affiancato quelli umanistici conseguendo la Laurea in Filosofia con lode all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove ha inoltre fondato l’associazione studentesca “L’Intermezzo” che ha per finalità la promozione della cultura operistica tra gli studenti dell’Ateneo.

Dopo alcune esperienze come corista d’opera ha intrapreso dal 2014 l’attività di solista collaborando con il Conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara, per cui ha eseguito il “Te Deum” di Bruckner diretto dal m° Pasquale Veleno.

Al fianco dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese si è esibito in diversi concerti tra cui il “Requiem KV 626 di Mozart”, la “Messa di gloria” di Puccini e la “Sinfonia n. 9 in re minore” di Beethoven.

Nel 2017 ha vinto il Primo Premio al Concorso Lirico Internazionale “Adriana Maliponte” di Milano e nello stesso mese gli è stata conferita una borsa di studio al Concorso Lirico Internazionale “Toti Dal Monte” di Treviso.

Ha vinto il Primo Premio al Concorso Lirico Internazionale “Angelo Loforese” di Milano e gli è stata conferita una borsa di studio al Concorso “Magda Olivero”.

Ha studiato all’Accademia di Alto Perfezionamento del Teatro alla Scala di Milano e ha debuttato nel ruolo di Nadir in “Alì Babà e i quaranta ladroni” di L. Cherubini, Progetto Accademia 2018.

Ha inoltre preso parte, nel ruolo di Nemorino, all’”Elisir d’amore” nella versione per bambini, per il progetto “Grandi spettacoli per piccoli” edizione 2018 del Teatro alla Scala, oltre ad aver cantato nella stagione scaligera in “Aida” diretta da Daniel Oren e ne “La Traviata” al fianco di artisti come Leo Nucci e Plácido Domingo, diretti da Myung-whunChung.

Ha inoltre interpretato il ruolo di Rudy in “Mettici il cuore. Cannavacciuolo all’Opera”, di V. Corvino, opera live cooking al Teatro Coccia di Novara.

Tra i prossimi impegni sarà Rodolfo ne “La bohème” all’HyogoPerforming Arts Center in Giappone, Cassio in “Otello” al Maggio Musicale Fiorentino diretto da Zubin Mehta.

 

MATTHIAS WINCKHLER baritono-basso

Matthias Winckhler è nato a Monaco, ha studiato all’Università Mozarteum di Salisburgo con Andreas Macco e Wolfgang Holzmair perfezionandosi poi con Matthias Goerne e Markus Hinterhäuser.

Ha vinto importanti concorsi (Concorso Mozart a Salisburgo, Concorso Bach a Lipsia) e ha fatto parte dell’ensemble di canto dell’Opera di Hannover dal 2015 al 2018, dove si è esibito in Nozze di Figaro, Zauberflöte, Werther, Elisir d’amore.
Nel 2018 ha debuttato Tote Stadt di Korngold al Théâtre du Capitol Toulouse. Lavora regolarmente con l’Akademie für Alte Musik di Berlino, Camerata Salzburg, Mozarteumorchester Salzburg, Bach Collegium Japan, Wiener Philharmoniker ed è stato invitato presso numerosi Festival come i Salzburger Festspiele, Kissinger Sommer, Thüringer Bachwochen, Bachfest Leipzig, Schleswig-Holstein Musik Festival, Rheingau Musik Festival.

Tra i direttori con i quali ha collaborato spiccano Giovanni Antonini, Helmuth Rilling, Jordi Savall, Hans Graf, Gianandrea Noseda, Pablo Heras-Casado, Enoch zu Guttenberg, Hans-Christoph Rademann e Masaaki Suzuki.

Nel campo della musica contemporanea ha partecipato a numerose prime mondiali, lavorando con i compositori Nikolaus Brass, Friedrich Cerha, Manfred Trojahn e Gerhard Wimberger.

 

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